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Nemtsov, Irina Osipova (Rim Giovani Italo-Russi): “L’Occidente ha dato la colpa a Putin, ma sono le due ipotesi più credibili”

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irina“Non sappiamo chi ha ucciso Nemtsov, attendiamo le indagini. Peccato che i media occidentali abbiano dato subito la colpa a Putin senza avere alcuna prova”. Irina Osipova vive tra Mosca e Roma, come agli altri russi che fanno parte del Movimento Rim Giovani Italo-Russi di cui lei è presidente. A Intelligonews, spiega cosa accade a Mosca nel giorno dei funerali di uno degli oppositori di Putin e di come i russi ‘leggono’ l’Occidente.

Oggi in Russia i funerali di Nemtsov. Lei che idea si è fatta di questo omicidio?

«L’idea è che per il momento non possiamo dire chi ha ucciso Nemstov; peccato che i media occidentali abbiano subito dato la colpa a Putin, come al solito, senza avere alcuna prova. Io, invece, preferisco restare sulle ipotesi in attesa che arrivi l’esito delle indagini. E ne vedo due: o si è trattato di una pura provocazione finalizzata a screditare il governo di Putin prendendo di mira uno dei tanti leader dell’opposizione liberale, uccidendolo e facendo così scalpore all’estero».

Oppure?

«Si parla anche degli scontri interni alla coalizione liberale, alternativa a Putin. In Russia esiste un’opposizione portava avanti dai comunisti ed è un’opposizione parlamentare dal momento che gli eletti siedono alla Duma. L’altra opposizione è rappresentata dal mondo dei liberali. In Russia i liberali non hanno ancora un leader anche se l’Occidente ha nominato a leader Nemtsov. Ma questo non corrisponde alla verità e ai fatti concreti».

Come descriverebbe il ruolo della compagna di Nemstov in questa vicenda? Le sue dichiarazioni sono apparse contraddittorie e intorno a questa giovane donna si è creato un alone di mistero. Come commenta?

«Dicono che sia una ragazza ucraina con un fisico da modella ma non una modella professionista. Ha collaborato con la polizia per le indagini e si è resa disponibile a dare il proprio contributo. Proprio oggi è tornata a Kiev ma quando è partita si vede nelle immagini girate dai media  che non ha rilasciato interviste o dichiarazioni su quello che è accaduto. Pare che sia disponibile a collaborare ancora con le autorità russe».

Ma il fatto che questa ragazza sia ucraina può rappresentare un elemento “politico” in questa vicenda?

«Sicuramente i media possono sfruttare questo aspetto ma i media russi non lo fanno perché così si scivola nel complottismo».

Lei è in contatto con il suo Paese: in questi giorni qual è il clima che si respira a Mosca?

«La frattura politica in Russia rimane sempre, indipendentemente da quello che è accaduto, tra il fronte tradizionalista-patriottico formato da putiniani, comunisti e nazionalisti e dall’altra parte, i liberali filo-americani. I primi, non si affrettano a fare conclusioni, sospettano che sia stata una provocazione contro Putin; i secondi cercano di gettare fango su Putin e accusarlo come al solito di tutti i mali del mondo».

Secondo lei la verità dove sta?

«Io sono apertamente filo-putiniana ma non mi affretto ad arrivare a conclusioni. Voglio aspettare la fine dell’inchiesta, anche se è un dato di fatto che ogni volta che muore qualcuno, soprattutto un personaggio politico, lo si sfrutta in funzione anti-Putin per compromettere la sua immagine, senza avere alcuna prova. Mi dispiace che Nemstov sia stato vittima di questa bruttissima tragedia che ha portato a speculazioni politiche».

Chi era veramente Nemtsov e quale era il suo peso politico in Russia?

«Nemtsov era un politico molto famoso in tutta la Russia, ma il suo peso politico risale agli anni Novanta. Partecipò attivamente alla politica ma parliamo di più di dieci anni fa. Come ha ricordato oggi durante i funerali, l’ex ministro delle finanze Alexei Kudrin, Nemstov è stato il primo a obbligare le compagnie del settore energetico a pagare le tasse. Poi, negli anni, ha perso il suo peso politico perché sono comparsi altri leader nella coalizione liberale, molto più potenti e influenti di lui, come Navalnyj oppure Khodorkovsky. Nemstov era più una icona del passato, ancora attivo ma con un peso politico poco rilevante».

Come vivono i russi le sanzioni dell’Unione europea e quali sono gli effetti sulla popolazione?

«Il peso non si sente perché le importazioni dei prodotti mancanti arrivano dagli Stati che non hanno sanzionato la Russia, che sono numericamente più degli Stati che formano la coalizione atlantista. L’embargo ha stimolato la produzione nazionale di alcuni prodotti. Di certo i prodotti non mancano, ma c’è una lieve salita dei prezzi dovuta forse più che alle sanzioni al crollo del rublo rispetto al dollaro a causa della discesa del prezzo del petrolio. Ma c’è anche un po’ di indignazione morale da parte dei russi nei confronti dell’Occidente che spesso, pensano come un blocco monolitico e nemico. Quindi, si cerca di guardare a Oriente. Questo è il sentimento popolare dei russi».

C’è un atteggiamento critico anche nei confronti dell’Italia?

«L’Italia intesa come Stato, è molto amata dai russi; però l’Italia fa parte dell’Unione europea e quindi in Russia si capisce che non ha una propria sovranità nel prendere le decisioni. I russi hanno la cultura dell’Italia da sempre».

I russi come considerano Matteo Salvini che è già stato in Russia tre volte, vorrebbe incontrare Putin e contesta l’Europa per le sanzioni a Mosca?

«In qualità di interprete, ho accompagnato Salvini a Mosca due volte nell’occasione di alcuni incontri politici e conferenze stampa. La Duma lo ha accolto con una standing ovation: Salvini si è presentato indossando una felpa con scritto “No sanzioni alla Russia” e tutto il parlamento si è alzato in piedi per applaudirlo».

Secondo lei ci sono similitudini tra Salvini e Putin?

«Sicuramente sono due leader che vogliono difendere gli interessi delle loro nazioni. A livello di valori e di identità vedo molta comunanza, ma è difficile fare un confronto tra Putin leader indiscusso della Russia e Matteo Salvini, leader di un partito di opposizione in Italia». 


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